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Parole nella guerra

lettere di partigiani e fascisti della RSI


di Laura Poggi

 


Nel Novecento avviene una vera e propria “rivoluzione documentaria” nell’ambito della ricerca storica. Se precedentemente i documenti ufficiali erano la fonte privilegiata per gli storici, ora acquistano rilievo documenti privati e personali prima trascurati: autobiografie, lettere, corrispondenze, cartoline e foglietti scritti velocemente fanno il loro ingresso nel panorama delle fonti documentarie. Donne e uomini, figli e padri, persone comuni solitamente “escluse” dalla storia, ne diventano soggetti attivi.

Il presente lavoro ha come scopo quello di ridare voce a questi scritti, focalizzando l’attenzione in particolare sul periodo della Resistenza (1943-1945).

Si sono voluti analizzare gli scritti più privati e intimi sia dei partigiani che dei fascisti di Salò, per metterne in luce idee, valori, insicurezze e fragilità di fronte alla morte. Il partigiano non scrive mai dalla montagna, scrive in punto di morte, nell’imminenza di una fucilazione. Il fascista di Salò scrive a volte ai suoi cari lettere intrise di valori e indottrinamenti, ma anche lui deve fare i conti con le catture, le prigionie e la morte imminente. La scrittura diventa per molti un modo per preparasi alla morte, per esorcizzarla.

Inizia così questo viaggio, questo percorso che parte da coloro che hanno vissuto e combattuto la guerra, gettati in un qualcosa più grande di loro e dalla quale non sono riusciti a fuggire.
 

Laura Poggi è nata ad Arezzo nel 1985, dove si è laureata in Filosofia, Storia e Comunicazione alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Attualmente è specializzanda in Studi storici presso l’Università di Siena.


dimensioni: 15 x 21 cm, 64 pagg.

2008

prezzo (clicca per ordinare): 10,00 € 




casa editrice specializzata in Edizioni d’Arte, Archeologia, Architettura, Ambiente e in ristampe Anastatiche

 

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